Canto di Natale di Charles Dickens

Quasi tutti conoscono Canto di Natale, la storia di Scrooge, l’ avaro mercante che incontrando tre fantasmi ritrova lo spirito del Natale, abbandona il cinismo e accoglie la generosità. Esistono molte ristampe di questo libro, versioni a fumetti, semplificati per i più piccoli, con copertine fantasiose, versioni illustrate. Tanti adattamenti cinematografici e teatrali sono nati dalla storia del vecchio Ebenezer.

In pochi però conoscono le vicende che si celano dietro la creazione di questo piccolo libro. Charles Dickens affrontò ben cinque cause legali in tribunale dopo la sua pubblicazione, uno dei motivi principali per cui nel 1844 decise di trasferirsi in Italia con la famiglia, e il processo di creazione fu piuttosto difficile sia per i motivi per cui decise di crearlo sia per il momento che stava vivendo Charles.

Canto di Natale di Charles Dickens

Il piccolo romanzo narra la storia di Scrooge, un uomo d’affari di Londra, burbero ed egoista, taccagno ed ingrato. Rifiuta di celebrare il Natale pensando che sia un giorno come tutti gli altri, anzi, peggiore perché non gli fa guadagnare soldi, una perdita di tempo. Questo finché non incontrerà i fantasmi del passato, del presente e del futuro che lo metteranno di fronte ai suoi rimpianti e ai suoi rimorsi.

Charles Dickens e le disuguaglianze sociali

Dickens iniziò a scrivere il suo libro più famoso e amato per via dei debiti che stava accumulando: la sua nuova casa in un quartiere costoso di Londra, il quinto figlio in arrivo, e le vendite del suo romanzo a puntate “Chuzzlewit” stava andando male. Così male che la casa editrice aveva proposto un taglio sullo stipendio. Dickens, che aveva già affrontato problemi di debiti con la sua famiglia di origine, non si diede per vinto, il suo ottimismo e passione per quello che faceva lo portò a proseguire le sue ricerche per le cause sociali che più gli stavano a cuore. Andò infatti a Manchester per indagare sulle condizioni dei bimbi poveri. Condizione che aveva già sperimentato lui da giovanissimo quando fu costretto a lavorare in fabbrica per tirare fuori suo padre dalla prigione dei debitori, e continuò a lavorarci per volere della madre finché non trovò un impiego come tutto fare nello studio di un avvocato. Questo nuovo lavoro gli permise anche di studiare e coltivare la sua passione giornalistica e letteraria.

Dal viaggio a Manchester e da altri precedenti in America, probabilmente arrivò l’idea per Canto di Natale. Ideò così un uomo reso avaro e cinico dalle condizioni della sua vita dedita al lavoro e poco altro. Anche la sua Londra fu un’ottima ispiratrice da questo punto di vista. La città nel periodo vittoriano era caratterizzata da un netto contrasto: da una parte il lusso della borghesia e lo sviluppo industriale sempre più avanzato, dall’altra le famiglie povere, quartieri e vie trascurati, abbandonati a se stessi; lo sfruttamento minorile. È questa la Londra che ritroviamo infatti tra le pagine del libro: la grande ma fredda casa di Scrooge contrasta con le festose vie della città e l’umile piccola casa di Bob resa però calda dalle relazioni umane. Dickens da ottimo osservatore e critico sociale mette in evidenza la realtà del suo tempo per sottolineare quanto la ricchezza non risieda nel denaro ma nei sentimenti dell’animo umano.

Charles Dickens e la stesura di “Canto di Natale”

Una volta capito quale fosse il messaggio del suo libro e i temi da trattare, probabilmente scrisse in fretta e furia, e da alcune lettere del periodo, sembra che avesse declinato anche inviti e visite pur di proseguire la scrittura. A metà novembre infatti terminò il suo breve racconto, solo dopo sette settimane aver cominciato. Durante la stesura si dice che uscisse spesso da solo per le vie di Londra, percorrendo le zone più povere e meno frequentate che conosceva. Si perdeva inoltrandosi in vie sconosciute camminando per chilometri mentre cercava ispirazione per i personaggi della sua storia.

Un altro romanzo interessante che affronta proprio questo periodo di creazione è “Il canto di Mr Dickens” che romanzando e aggiungendo elementi di fantasia ripercorre il processo di lavorazione di Canto di Natale inserendo anche numerose connessioni interessanti tra il carattere del suo autore e la trama del racconto.

Charles Dickens ed i problemi di pubblicazione

Dickens teneva molto a questa storia, era convinto che avesse qualcosa di speciale e che sarebbe piaciuta. Gli editori non erano dello stesso parere, quindi si trovò a scendere a compromessi firmando un accordo con i suoi editori in cui si addossò i costi di produzione sperando di guadagnare sui diritti delle copie che avrebbe venduto. Una sorta di autopubblicazione moderna. Decise che il libro sarebbe costato cinque scellini (costo piuttosto basso per l’epoca ma che in molti potessero affrontare) e che avrebbe avuto una copertina rossa con il titolo in oro, le incisioni a colori dell’illustratore John Leech. Ma non aveva idea dei costi di produzione, ai quali si aggiunsero anche le spese per le correzioni. Insomma, i costi furono altissimi.

Canto di Natale uscì il 19 dicembre del 1843.
Ricevette buonissime recensioni e le prime 6000 copie furono vendute in così breve tempo che fu ristampato immediatamente.
Quindi perché Dickens si trovò ad affrontare e risolvere dei problemi?

Proprio per colpa della sua fama e della ricezione molto positiva, cominciarono a circolare copie illegali di “Canto di Natale”. E quando Dickens fece causa, le compagnie dichiararono bancarotta cosicché lui non ricevette nulla ma spese comunque i soldi per i legali. Inoltre, una volta detratti i costi della pubblicazione a sue spese, gli rimasero circa 230 sterline, cifra che non copriva i suoi debiti.

Insomma il racconto fu un successo ma contornato da tanta delusione, ansia e preoccupazione.

Charles Dickens in Italia e altri racconti di Natale

Così decise di prendere la sua famiglia e andare in Italia dove la vita costava meno di Londra e poteva fare un po’ di economia. Era il 1844 e le delusioni letterarie ancora lo inseguivano, il viaggio in Italia poteva essere anche una via d’uscita per ristabilire il suo nome e trovare nuova ispirazione. Nel suo taccuino prese nota delle città italiane in cui mise piede, a partire da Genova. Qui scrisse un altro racconto di Natale, “Le campane“, ispirandosi alle campane della città. Il suo occhio curioso ma sempre critico nei confronti della società, del governo e la sua amministrazione lo portò in molte città della penisola: Venezia, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Pompei ecc.. Dall’esperienza italiana nascerà anche “Italian Pictures” in cui il vecchio paese è descritto in maniera negativa, soprattutto i paesi del sud, dei quali ne sottolinea il degrado ed i dettagli fuori posto che lui era solito notare. L’esperienza italiana peró gli consentì di ritrovare l’ispirazione, e la voglia di continuare a scrivere. Fu così che dopo qualche anno videro la luce altri suoi successi letterari come “David Copperfield” e “Tempi difficili” che finalmente gli diedero la possibilità di recuperare le finanze e diventare più famoso.

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