La ricchezza e la fortuna della famiglia Guinness iniziano con Arthur Guinness che nel 1759 firmò un contratto d’affitto per un vecchio birrificio in James Street, a Dublino, per 45 sterline l’anno per 9000 anni! Era la vecchia fabbrica della Mark Rainsford che produceva birra chiara e nessuno aveva provato interesse per i suoi prodotti. Stessa sorte era toccata alle altre fabbriche sparse per la zona, tutte molto piccole, e in continua lotta con i birrifici londinesi e la maggiore fama di whiskey e gin irlandesi.

Ma Arthur, all’ età di 34 anni, decise di apportare modifiche alle solite birre chiare prodotte in zona. Produsse la birra “porter” tipicamente inglese e diffusa nella zona di Covent Garden a Londra. Diede un sapore particolare alla sua birra aggiungendo dell’ orzo tostato e donando alla sua birra quel tipico colore scuro, coniando il termine “stout” per riferirsi ad una birra ancora più corposa.
La birra Guinness conteneva, e contiene ancora adesso: malto, orzo tostato, fiocchi d’orzo e avena, e luppolo che donano alla birra quel famoso retrogusto amaro.
Arthur si addossò un rischio importante con l’intenzione di scansare i concorrenti, soprattutto la birra d’importazione inglese. Per fare questo assunse personale che aveva già lavorato alla produzione della porter a Londra. In poco tempo la fabbrica si espanse e nell’anno della sua morte, nel 1803, il birrificio produceva oltre venti mila botti all’anno.

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Fu però su nipote Benjamin Guinness ad ingrandire la fabbrica e portare la famiglia a farsi conoscere anche nella società e nella politica perché divenne sindaco di Dublino e deputato in Parlamento. In molti cominciarono a riferirsi a lui con l’appellativo di “filantropo” perché finanziò il restauro della Cattedrale di S.Patrick che gli valse anche il titolo di baronetto nel 1867 e una statua a lui dedicata proprio accanto alla cattedrale.
La serie TV su Netflix

La serie TV “House of Guinness” inizia proprio dalla morte di Sir. Benjamin Guinness e segue le vicende dei suoi quattro figli alle prese con un’eredità che non riguarda solo la fabbrica di birra ma l’impegno politico e sociale, la reputazione del suo nome, e la gestione di terreni e dimore sparse per tutta Irlanda.
La serie, creata dall’ideatore di Peaky Blinders, calca molto la mano sul carattere e la vita privata di questi quattro personaggi caratterizzandoli sia in base alle informazioni di dominio pubblico, sia alle dicerie e le chiacchiere dell’epoca. Così facendo da alla luce un prodotto ben confezionato, che mescola la storia dei conflitti d’Irlanda per la lotta all’indipendenza dei nazionalisti con momenti di fragilità personale, storie d’amore, rapporti familiari ed eventi storici di grande impatto come la “grande carestia”.

Arthur, il maggiore, è dipinto come un uomo che non vuole avere niente a che fare con la fabbrica di famiglia. Probabilmente ispirato dalla realtà del 1876, anno in cui si ritirò vendendo la sua parte di quote al fratello Edward che nella serie è quello più interessato all’espansione della fabbrica, con sogni di esportazione.
Infatti fu proprio Edward che nella realtà rafforzò l’espansione internazionale e finanziò la costruzione di alloggi per i poveri, di ospedali ed enti per la ricerca scientifica, guadagnandosi la nomina a “Conte di Iveagh”.
Degli altri due figli si sa poco, soprattutto di Benjamin Lee che non si interessò per niente alla gestione degli affari di famiglia. L’unica figlia femmina, Anne, si dedicò alla cura di poveri e malati fondando case di cura e scuole per i piú bisognosi.

La serie intrattiene grazie alla scelta musicale moderna in contrasto con l’epoca in cui è ambientata, una regia dinamica che alterna momenti frenetici a scene lente in cui si da priorità a silenzi e sguardi. Una fotografia dalle sfumature verdognole compare nelle scene dei bassifondi irlandesi o di tensione, si colora del bruno caldo della Guinness nelle scene più intime e profonde. Knight ci riporta nelle atmosfere di Peaky Blinders ma giocando meno sugli intrighi e più sulla crescita dei personaggi, mantenendo però l’abitudine di regalarci sempre personaggi femminili forti e determinati.
Molti sono i salti temporali che spesso tendono ad allontanare lo spettatore dalla tensione emotiva ma il cliffhanger del finale lascia sperare in una seconda stagione in cui scoprire qualcosa di piú della famiglia e delle sorti degli altri personaggi.
La fabbrica della Guinness oggi
Attualmente la Guinness Storehouse è visitabile, il tour guidato comprende il giro dimostrativo della produzione di birra e la possibilità di ammirare Dublino dal Gravity Pub gustando una Guinness personalizzata.
Attualmente la Guinness non viene prodotta solo qui ma anche in altri parti del mondo, stimando una produzione che si aggira intorno agli 850 milioni di litri all’anno.
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la serie mi è piaciuta moltissimo, ma il finale ti lascia in sospeso e non si sa se qualcuno o chi muore…
Speriamo confermino una seconda stagione che possa darci una risposta e un proseguimento interessante! 😊
speriamo nella seconda stagione anche perché è una serie fantastica storia vera fantastica e interpretazioni fantastiche Aspettiamo fiduciosi
Speriamo che venga annunciato il rinnovo per una seconda stagione, si 🤗
bella ambientazione, bravi attori, certo il finale ti lascia di stucco, però va bene così speriamo in un seguito. Leggendo la bibliografia della famiglia comunque non muore nessuno!
Si diciamo che guardando un adattamento a vite di persone realmente esistite cediamo allo spoiler, però bisogna vedere se cambieranno qualcosa. Anche perché Arthur non ha mai vissuto un attentato alla sua vita, vediamo come gestiranno la situazione nella prossima stagione (speriamo ci sarà). Sicuramente devono aggiungere qualcosa per rendere la narrazione più coinvolgente 🤗