Derry è una città dell’Irlanda del Nord, capoluogo di contea, nota soprattutto per i conflitti (conosciuti come Troubles) che hanno interessato la zona, negli anni 1960 fino al 1994. Oggi museo a cielo aperto grazie ai Murales che ne raccontano la storia.
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Derry/Londonderry, una città divisa in due
Derry è sempre stata una città divisa. Le sue mura, costruite dagli inglesi che arrivarono durante il periodo delle “Piantagioni” nel XVI secolo, dividevano anche i quartieri nazionalisti da quelli unionisti. Persino il suo nome rispecchia questo aspetto: è Derry (dal gaelico Doire, cioè “quercia”) per i nazionalisti e Londonderry per gli unionisti. Sulle mappe spesso si trovano entrambi i nomi.
È una città di confine perché non lontana dalla contea Donegal, che però fa parte della Repubblica Irlandese. Luogo dove molti, durante gli anni dei Troubles, fuggirono per evitare le forti discriminazioni in cui vivevano i cattolici nazionalisti. Il secondo dopoguerra aveva lasciato uno strascico di povertà importante e le privazioni non facevano che peggiorare la situazione. Alcuni, i più fortunati, avevano parenti nel Donegal o altre contee vicine e cercarono di ricominciare lontani dai tumulti che nascevano in Irlanda del Nord dopo la firma del trattato con il Regno Unito che permetteva all’Irlanda la libertà di essere finalmente una Repubblica, ma si teneva strette le sei contee a maggioranza protestante: l’attuale Irlanda del Nord.
Derry: il quartiere Bogside

Il quartiere Bogside di Derry è ed era prettamente cattolico e nazionalista. È il punto in cui si concentrano i murales che rappresentano, attraverso i volti dei personaggi di quel periodo, la storia recente del quartiere. “Bogside” significa “zona di palude” e corrisponde alla parte esterna alla città, fuori dalle mura. Praticamente era la zona industriale, quella che condensava la popolazione più povera e discriminata, una sorta di ghetto. I conflitti che nacquero dopo la firma del trattato, conosciuti come Troubles, iniziarono proprio nel quartiere Bogside.
I Murales del quartiere Bogside
I primi murales comparirono nella prima metà degli anni 90, quando tre artisti di Derry cominciarono a dipingerli grazie alle sovvenzioni che gli permisero di crearne 12. I Murales raccontano episodi dei Troubles, comunicano messaggi a sfondo politico e sociale, ci ricordano volti di persone che hanno combattuto o sono semplicemente vittime dell’arroganza e della disumanità.

Murale: “You are now entering Free Derry”
Le 12 opere fanno parte del “The People’s Gallery” cominciando forse da quella più famosa e significativa: la scritta sul muro di una casa quasi distrutta “You are now entering Free Derry”, state entrando in una Derry libera. La scritta comparve per la pima volta nel 1969. Dopo l’ennesima incursione da parte dei lealisti, gli irlandesi innalzarono barricate all’ingresso delle strade di accesso ai quartieri nazionalisti: Derry, Bogside e Creggan. Grazie ai volontari dell’Ira che difendevano i punti di accesso e sorvegliavano, erano riusciti a creare la prima zona No-go, inacessibile anche alla polizia lealista. La casa originale su cui venne dipinta la scritta fu demolita ma il muro fu salvato, ridipinto e riscritto. Oggi viene considerato un monumento nazionale e spesso si tinge di colori diversi per commemorare giornate nazionali e mondiali o appaiono scritte politiche come quella che ho trovato io dedicata ad un uomo irlandese in carcere.

Murale: “La morte dell’innocenza” in Lecky Road
Pensavo proprio a questo murale prima, quando ho scritto che alcuni ricordano le vittime della disumanità. Annette McGavin fu uccisa dall’esercito britannico nel 1971. Aveva quattordici anni. Quel giorno c’erano stati dei tumulti per via dell’introduzione dell’internamento senza processo (molti irlandesi erano stati prelevati dalle abitazioni e portati in prigione). Annette era uscita da scuola con le sue amiche ed erano andate a vedere la zona in cui si stavano svolgendo i tumulti, un ordigno fu lanciato e l’esplosione le fece scappare. Girato l’angolo di una strada si trovarono di fronte alcuni uomini dell’esercito che spararono verso di loro. Annette rimase uccisa. Nessuna inchiesta fu aperta, nessuno fu indagato e processato. Annette è il simbolo di tutti i bambini innocenti che sono morti durante i conflitti, se ne contano più di 150.

Murale: “La battaglia del Bogside” in Lecky Road
Un ragazzo del Bogside tiene in una mano una molotov e indossa una maschera antigas. Agli “Apprentice Boys” (organizzazione lealista e antirlandese) fu chiesto di non sfilare con il loro corteo nel quartiere nazionalista, era vista come una provocazione. Quando rifiutarono e sfilarono tra i nazionalisti sbeffeggiandoli, loro risposero innalzando barricate che bloccarono il passaggio. Era il 12 agosoto del 1969 e la battaglia era appena iniziata. Per giorni cercarono di tenere fuori lealisti e polizia utilizzando molotov e pietre. La polizia risposte con gas lacrimogeni e armi da fuoco. Quando la situazione iniziò a degenerare in tutte e sei le contee, soprattutto a Belfast, da Londra arrivò l’esercito a placare gli animi. Quell’esercito avrebbe, in seguito, creato ancora più scompiglio. Le macerie dietro al ragazzo del murale rappresentano il quartiere distrutto dai giorni di assedio.

Murale: “Il Bloody Sunday” in Lecky Road
Derry è conosciuta maggiormente per questo triste evento e per molti anni le diedero l’appellativo di “città dell’odio” che è riuscita a scrollarsi di dosso con fatica. Domenica 30 gennaio 1972 ebbe luogo una manifestazione pacifica di circa ventimila persone indetta dall’Associazione per i Diritti Civili dell’Irlanda del Nord. In quel periodo gli Irlandesi potevano essere arrestati senza processo, detenuti senza motivo, non potevano aspirare a lavori ben retribuiti, non tutti avevano diritto al volo e subivano angherie dagli inglesi/ protestanti. Il corteo partì dal quartiere Creggan e si spostò verso il Bogside; alcune persone infastidite dalla presenza dell’esercito inglese iniziarono a lanciare pietre e molotov ma li bloccarono con idranti e proiettili di plastica. Il corpo dei paracadutisti britannici aprì il fuoco senza motivo sulla folla disarmata, arrivò con mezzi corazzati ed inseguì la folla che ormai correva per mettersi al riparo. Causarono la morte immediata di 13 persone (un’altra morì per le ferite riportate), tra cui molti minorenni.

Il militare britannico in primo piano sul murale che calpesta lo striscione dei diritti civili insanguinato, usato per coprire il corpo di Bernand McGuingan, è il simbolo del disprezzo verso i diritti umani. E pensare che i parà furono anche decorati dalla Regina Elisabetta per il lavoro svolto che giustificarono dicendo che la folla fosse armata. Peccato che, in quella giornata così importante, molti giornalisti europei erano presenti e testimoniarono asserendo il contrario. I familiari dovettero attendere il 2010 per le scuse del governo britannico dopo la riapertura dell’inchiesta del Primo Ministro Tony Blair. Un monumento ricorda i nomi delle vittime.

Murale: “Commemorazione del Bloody Sunday” in Lecky Road
Rappresenta tutti i volti delle vittime di quella domenica insanguinata.
Murale: “Bernadette” in Lecky Road
Bernadette Devlin era la leader del movimento per i diritti civili che manifestò durante il Bloody Sunday, infatti ha in mano un megafono con cui incitava alla lotta non violenta, convinzione che ha mantenuto coerentemente fino alla fine, in netto contrasto con lo sfondo del murale in cui alcuni ragazzi combattono. Accanto a lei una donna con il coperchio di un cassonetto della spazzatura simboleggia e ricorda il ruolo delle donne in questo periodo (battere a terra i coperchi era il modo con il quale avvisavano dell’arrivo dell’esercito inglese). Bernadette fu sbattuta fuori dall’università di Belfast per l’attivismo e fu la donna più giovane a sedere nel parlamento di Westminster, aveva 21 anni. Lottò e sostenne le iniziative contro l’internamento ingiustificato e le condizioni dei prigionieri in carcere. Nel 1981 alcuni lealisti fecero irruzione in casa sua e le spararono alle gambe, stessa cosa fecero al marito, di fronte ai loro figli. Si salvarono dopo essere trasportati in ospedale.

Murale: “Il fuggitivo” in Lecky Road
Rappresenta una scena di quotidianitá di quel periodo in cui i ragazzi fuggivano dai gas lacrimogeni. I volti dei ragazzi sotto sono di due vittime della violenza di entrambe le parti: uno ucciso da un frammento di proiettile dell’esercito britannico e l’altro dai detriti di un’esplosione dell’Ira.

Murale: “Operazione Motorman” in Lecky Road
Il murale rappresenta un soldato britannico che sfonda la porta di una casa nel quartiere Creggan durante l’operazione Motorman in cui l’esercito cercò di riprendersi le zone ormai dichiarate No-go abbattendo le barricate con i bulldozer. All’alba del 31 luglio 1972 arrivarono nel quartiere e portarono avanti un’operazione di perquisizione nelle abitazioni e sulle persone. Due civili rimasero uccisi.

Altri Murales sparsi tra RossvilleStreet, Westland Street, Fahan Street, Glenfada Park, ricordano attivisti che si sono battuti per i diritti civili come John Hume, oppure le donne e il loro coraggio, scene di quotidiana normalità tra soldati e civili armati, i volti degli uomini incarcerati che sono morti mentre portavano avanti gli scioperi della fame per le condizioni inumane delle carceri.
Ci sono molti tour che accompagnano i visitatori tra le strade di Derry spiegando il significato di ogni opera e la storia che si cela dietro, alcuni degli accompagnatori sono persone che presero parte alle manifestazioni, parenti delle vittime o semplici abitanti che tengono vivo il ricordo di quei giorni. E’ commovente mettere piede nelle strade in cui avvennero questi tragici eventi, non è stata una passeggiata soprattutto dopo aver letto molti libri sull’argomento ma sono convinta che la storia, soprattutto quella più brutale, vada letta e diffusa. Per non dimenticarla.


Ovviamente gli unionisti hanno risposto con altri murales nei loro quartieri caratterizzati da marciapiedi dipinti e bandierine svolazzanti dei colori della bandiera del Regno Unito: rosso, bianco e blu. Si trovano nell’unico quartiere unionista, The Fountain, accanto a quelli nazionalisti, precisamente in London Street, Wapping Lane, The Fountain, Bond Street.
- Molte informazioni sui Murales provengono dal libro “I Muri di Erin” di Gianluca Cettineo (che consiglio caldamente).
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Ilaria grazie per tenere in vita la memoria di questi tristi eventi.
Grazie a te Barbara, per l’interesse ♥️♥️
Mi piace la storia e a volte ne parlo anche nel mio Blog quando è inerente al tè.
A proposito ho messo vari link di tuoi articoli su Dublino nel mio dove parlo, argomento futile rispetto a questo, del autubus a due piani che fa fare il tour della città facendo l’Afternoon Tea.
Corro a vedere! Non ho ricevuto notifiche, ogni tanto l’app non mostra tutto! 🤍